Dal Passo del Manghen alla Forcella Montalon
E' un'escursione non difficile grazie al limitato dislivello da per correre ma, soprattutto in caso di
nuvole basse, pu� comportare qualche problema di orientamento.
Il percorso ha inizio nei pressi del Rif. Manghen e seguendo il sentiero Sat 322a conduce in breve al Lago delle Buse.
Una nota merita il fatto che recenti ricerche hanno scoperto che i punti fuoco situati sulle sue rive ed ancor' oggi
utilizzati dai turisti, sono situati esattamente nel punto dove, migliaia di anni prima della nascita di Cristo, gruppi di cacciatori preistorici accendevano i fuochi dei loro accampamenti!
Seguendo sempre evidenti tracce di sentiero si prosegue in direz�one ovest costeggiando le propaggini settentrionali del Montalon fino a raggiungere l'omonima forcella ed il taghetto che ne occupa la porzione meridionale.
Da qui l'itinerario ritorna verso ovest lungo il lato sud del Montalon offrendo una buona visione dell'imponente Massiccio di Cima d'Asta, si tratta di un gruppo montuoso formato da rocce magmatiche intrusive, solidificatesi cio� al di sotto della superficie terrestre e che gli eventi geologici hanno succesivamente por tato alla luce.
Al contrario la Catena del Lagorai, su cui � localizzato il percorso, � costituita quasi interamente da ignimbriti (note anche con il nome meno tecnico ma pi� noto di porfidi, ovvero rocce di origine magmatica fuoriuscite per� dalla crosta terrestre e poi solidificatesi.
Il percorso, che segue qui il sentiero Sat 322b e poi 322, tocca dapprima la Forcella Pala del Becco e successivamente la
Forcella Ziolera, da cui si pu� osservare ed eventualmente raggiungere il sottostante tratto iniziale dell'itinerario, fino ad arrivare alla Forcella del Frate, un vero balcone naturale da cui si gode una vista magnifica su buona parte della sottostante val Gaiamente.
Da qui si scende rapidamente verso il passo del Manghen riguadagnando il punto di partenza.
II giro dei tr� laghi: Moregna, delle Trote e lago Brutto
Qi tratta di un itinerario non difficoltoso Orna che per il dislivello (pari a circa 800 m) e l'ambiente severo di alta
montagna in cui si svolge richiede un minimo di allenamento.
La partenza � localizzata presso la malga di Valmaggiore (1608 m) raggiungibile in automezzo da Predazzo; da qui seguendo i! sentiero Sai 339 ci si eleva rapidamente fino a raggiungere malga Moregna ed il vicino lago.
Il tratto successivo, sempre lungo il medesimo sentiero, ci innalza fino ai 2100 m del lago delle Trote.
Infine, Imboccato il sentiero Sai 349, un ultimo sforzo ci conduce alla Forcella di Moregna (2397 m)
dopo averci fatto costeggiare il lago Brutto, nome decisamente immeritato per questo suggestivo laghetto alpino.
Da qui il percorso, dapprima in discesa e poi pianeggiando, ci conduce sino alla Forcella di Valmaggiore (2180 m) dove � localizzato il Bivacco Paolo e Nicola, prezioso punto di appoggio in caso di necessit�.
Il rientro avviene seguendo il sentiero Sai 335 che percorrendo la parte terminale della Valmaggiore ci fa riguadagnare l'omonima malga.
Dalla foresta di Paneveggio al passo Colbricon
L'itinerario ha inizio presso il centro visita tori di Paneveggio gestito dal Parco naturale di Paneveggio - Pale di S. Martino.
Lasciato l'automezzo nel comodo parcheggio si attraversa il piazzale della vecchia segheria, ancora
utilizzato per l'accatastamento dei tronchi provenienti dai boschi circostanti.
Si prosegue quindi lungo la strada forestale che incomincia a risalire il versante immergendoci nel cuore della foresta di Paneveggio.
Gli enormi pecci attraverso le cui chiome la luce filtra con difficolt� ed il silenzio ovattato che ci avvolge rendono
l'atmosfera quasi magica.
Poco prima di giungere all'ex Malga Colbricon la strada si restringe in un sentiero.
Abbandonata alle nostre spalle la malga in poco tempo si giunge al passo Colbricon.
Da qui si pu� godere una vista meravigliosa sulla sottostante conca ove giace S. Martino di Castrozza e sulle sovrastanti celeberrime Pale di S. Martino.
Al ritorno � possibile ripercorrere il tracciato dell'andata o, seguendo il sentiero Sai 348. portarsi a malga Polle e da qui scendere a Paneveggio attraverso il bosco di Costoncella grazie al cosiddetto �Sentiero dei Cacciatori�.
Da Caoria a S. Martino attraverso la Valsorda
Si tratta di un'escursione lunga ma facile che si svolge in buona parte su strade fo-
restali. La partenza � al paese di Caoria da dove una comoda strada con una serie di tornanti ci innalza dalla valle dei Vanoi fino all'imbocco della Valmaggiore offrendoci anche belli spunti panoramici.
Da qui la pendenza si fa pi� mite e la strada ci guida trafitti boschi di conifere accompagnati dal borbottio del
rio Valsorda che scorre in fondo alla valle.
Qua e l� si aprono ampie radure prative occupate da gruppi di �casere� e di �tabi�, un tempo occupati per tutta la bella
stagione dai locali che vi si trasferivano abbandonando temporaneamente i paesi in valle. Giunti alla casina fo-
restale di Valsorda la strada ha termine e si imbocca il sentiero Sai 352 che in poco pi� di un'ora ci consente di
raggiungere Malga Tognola di Siror, autentico balcone naturale sulle Pale di S, Martino. Avendo poi l'accortezza di lasciare un automezzo a S. Martino di Castrozza � possibile evitare di dover tornare sui propri passi, concludendo invece l'escursione a S. Martino grazie al sentiero Sat 352 che in un'altra ora di cammino ci conduce a valle.
Le regole per l'escursionista:
Preparare con cura orari di uscita e di rientro consultando guide, cartine, gente del luogo e, se l'itinerario presenta serie difficolt�, una guida alpina.
Da soli in montagna � bello. In compagnia non solo � meglio ma auspicabile e spesso determinante.
Informarsi sulle condizioni atmosferiche e su certi �segni� premonitori. In montagna cambiano con grande facilit� e rapidit�.
Se si affrontano pendii innevati � opportuno valutarne con cura la consistenza, l'esposizione solare oppure informarsi sul grado di pericolosit� di certe zone esposte al pericolo di valanghe.
Anche nel riempire lo zaino, nulla va lasciato all'improvvisazione. Attrezzarsi quindi a seconda del grado di difficolta da superare ma senza dimenticare: un ricambio di calze di lana e di biancheria asciutta, guanti, berretto di lana, occhiali da sole (verdi o gialli) o da ghiaccio, giacca a vento, un maglione, disinfettante, coltello milleusi, una corda e dello spago, una pila tascabile, fiammiferi, crema protettiva, acqua e altre bevande, viveri (tavolette energetiche, alimenti in barrette, concentrati).
Se si affrontano vie ferrate (rinunciate se soffrite di vertigi�ni o scompensi di altra natura) non mancare di indossare il ca�sco e di assicurarsi con imbracatura e moschettoni. Munirsi di guanti e di un cordino supplementare. Attenzione a non far pre�cipitare sassi o detriti. Se incombe un temporale, scostarsi dal�la ferrata e attendere tempi migliori. Controllate la stabilit� di gradini in ferro, funi metalliche e scalette.
Se si affronta un ghiacciaio o pendii innevati, oltre alle con�suete precauzioni e all'equipaggiamento adatto (occhiali, ghette, guanti, casco, chiodi da ghiaccio, moschettoni, corda, pic�cozza e ramponi), procedere con cura senza uscire da vie tracciato o segnate sulla cartina.
Preferire un'abbondante colazione, un consumo intervalla�to di frutta o tavolette energetiche o barrette di alimenti bilan�ciati "per lasciare poi alla sera il pasto caldo e completo. Bere molto ma senza eccedere.
Altri consigli utili:
In caso di temporale non ripararsi sotto alberi isolati (soprattutto se larici) o vicino a strutture metalliche, torri, campanili, ruderi.
Se non necessario, non accendere fuochi. Curarne in ogni caso il completo spegnimento.
Rimanere sempre sul sentiero segnato evitando le scorciatoie. Oltre alla pericolosit� dell'abbandonare il sentiero segnato, si innesca una spirale che autorizza tutti a sciamare indiscriminatamente per la montagna.
� imperativo categorico rimettere i rifiuti in una borsa e portarla a valle per riporta nel primo contenitore.
Coprirsi adeguatamente. Occhio anche alle risalite in funi�via. Ogni mille metri la temperatura scende di 6/7 gradi.
Cosa fare in caso di:
Assideramento:
si manifesta con abbassamento repentino della temperatura corporea (soprattutto naso, orecchie, piedi e mani) che coinvolge in breve tutto il corpo. In seguito interven�gono spossatezza e sonnolenza. Avvolgere l'infortunato in co�perte, fogli di alluminio o altro, portarlo in ambiente caldo e massaggiare.
Colpo di sole:
causa malessere generale, nausea, stanchezza. Togliere gli indumenti e portare in luogo fresco.
Congelamento:
si manifesta dopo qualche tempo con arros-samento delle zone colpite causando inoltre insensibilit� ed in�capacit� funzionale. Massaggiare vigorosamente la parte colpi�ta. Avvolgere in coperte o teli d'alluminio e portare a valle.
Congiuntivite:
causata soprattutto da esposizione ai raggi ultravioletti. Si presenta con dolore, lacrimazione, sensazione di �sabbia� negli occhi. Mettere occhiali scuri, applicare collirio.
Distorsioni:
fasciare strettamente l'arto interessato e con�durre a valle.
Emorragie:
tamponare con ogni mezzo, applicare lacci emo�statici o altri legami sopra la ferita. Tenere le gambe sollevate rispetto al corpo.
Fratture:
medicare le eventuali lacerazioni. Immobilizzare l'arto con strumenti di fortuna. Inoltrare a valle.
Morso di vipera:
fasciare strettamente l' arto dove la vipera ha colpito. Trasportare immediatamente a valle.
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